Quando si dice la passione non ha limiti… a 50 miglia a largo dalle coste di Nosy Be si estende una secca corallina di diverse miglia quadrate dove il Manta ha iniziato a fare sporadiche immersioni esplorative, è chiamata il Banco del Gran Castoro.
Per raggiungerlo impiegheremo circa 2h e 30 minuti con mare calmo, lasciando l’isola di Nosy Be che diventerà sempre più piccola fino a scomparire alle nostre spalle.
Lungo il tragitto dei crepacci raggiugono i 900 mt per poi risalire sino a 20 mt in prossimità del banco, zona prediletta dai pescatori d’altura e dove non troverete nessun’altra imbarcazione diving se non la nostra.
Nel 2017 abbiamo esplorato per voi 2 siti d’immersione, riservati però ad un pubblico esperto, che sia almeno rescue con specialità deep e un’esperienza di 200 immersioni.
Il fondale e il mare, presentano caratteristiche molto diverse da quelle di Nosy Be.
La conformazione ricorda i fondali rocciosi dei mari europei, mentre le condizioni meteo marine, nei mesi che corrono da fine Giugno a metà Ottobre creano delle vere e proprie onde oceaniche limitando quindi le esplorazioni da Aprile ai primi di Giugno e da fine Ottobre ai primi di Gennaio, dopo di che inizia la stagione delle piogge.
Molte specie di pelagico che si incontrano sono grandi, molto grandi!
Si possono incontrare pesci vela, cernie oceaniche, banchi giganteschi di carangidi ignobilis, tonni dente di cane, banchi di barracuda e molto altro.
Oltre agli squali grigi che incontriamo nelle acque di Nosy Be, possiamo fare incontri ravvicinati con grandi esemplari di squali leucas, squali tigre e verdesche.
Tuttavia, oltre a fare incontri con questi grandi predatori, non troveremo un fondale rigoglioso e ricco di corallo, ma bensì pareti, pianori sabbiosi e tratti di quello che una volta veniva chiamato reef.
Le immersioni non vengono svolte regolarmente, sono ancora in fase esplorativa, il costo è fuori listino e si possono prenotare con anticipo.
Se vieni in vacanza con un piccolo gruppetto accattivante di amici e hai voglia di esplorare, contattaci per un consulto, cercheremo di organizzare un uscita durante il tuo soggiorno.
Livello: Open Water Diver / Advanced
Fotografia: Ambiente / Macro
Il nostro obbiettivo era trovare il Galeocerdo cuvier (squalo tigre) e il Carcharhinus leucas (squalo leuca detto anche Zambesi o bull shark).
Il tigre lo abbiamo mancato, ma abbiamo scovato uno dei territori dei leuca.
Una secca nel bel mezzo dell’Oceano Indiano che va a morire su un fondale sabbioso a 45/ 50 mt dipendentemente dalla marea.
Anche se risulta essere un immersione abbastanza impegnativa è tuttavia di facile svolgimento, non si fa altro che scendere fino a raggiungere il fondo, inginocchiarsi o distendersi in caso di corrente e godersi il passaggio di questi balsani giganti dai denti aguzzi che nuotano poco distanti da te mentre una pastinaca marmorata rischia di diventare cibo gli squali.
Livello: Rescue/Deep con esperienza
Fotografia: Ambiente
Pronti sulla barca e carichi di curiosità scendemmo su di un plateau roccioso a 25mt e proseguimmo per il salto in una parete verticale che termina intorno ai 60 mt.
Ci rendiamo subito conto da dove prende il nome, tre grandi speroni si protraggono verso il mare aperto creando la forma di una forca.
Nelle baie sottomarine che si creano tra un dente e l’altro troviamo degli anfratti che danno riparo ai pesci più indifesi o fungono da tana per le grandi cernie che vi si possono trovare.
Dei grandi banchi di pesce, per lo più carangidi, dentici e Macolor si spostavano placidi e in corrente da una baia all’altra, mentre in fondo a una franata una splendida conformazione corallina ospita centinaia di glass fish.
Ma il nostro scopo era altro, volevamo vedere i signori del mare che si fecero vedere nel blu e ci accolsero per un breve periodo prima di cambiare direzione.